Il sim racing di Verstappen: una questione di famiglia che va avanti da tempo

18:04, 27 mag
Aggiornato: 21:50, 27 mag
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Max Verstappen è stato l’ospite più recente del podcast ufficiale della Red Bull Racing, Talking Bull, dove ha condiviso alcune riflessioni che offrono uno sguardo interessante su quanto il sim racing sia centrale nella sua vita.
Il campione olandese è un appassionato di gare virtuali e ha sviluppato un metodo preciso per assicurarsi che questa attività rimanga una costante nella sua routine. “Mi piace gareggiare anche al di fuori della Formula 1,” ha spiegato Verstappen. “Quando riesco a combinare tutto, è l’ideale. Voglio dire, ci sono 24 ore in un giorno: se riesci a dedicarne qualcuna al simulatore, funziona.”
Max Verstappen at the Monaco Grand Prix
Max Verstappen al Gran Premio di Monaco

Verstappen sulla prima volta che ha provato un simulatore

Max Verstappen è molto attivo nel sim racing, ma potrebbe presto condividere questa passione anche con la figlia Lily. Alla domanda se un giorno acquisterà un simulatore per lei, il tre volte campione del mondo ha risposto con un sorriso: “Sicuramente è molto più economico che correre nella realtà, quindi devo pensarci.”
Verstappen ha anche raccontato un dettaglio curioso che riflette il suo nuovo ruolo di padre: guida con un volante rosa nel simulatore. “L’ho visto e ho pensato: ‘Questo deve andare subito sul simulatore’. È il mio lato da papà di una femmina.”
Non è escluso, quindi, che Lily venga presto introdotta a questo mondo, proprio come accadde a Max quando era piccolo. Ricordando i suoi primi contatti con il motorsport, ha raccontato: “Avevo circa tre o quattro anni, mio padre (Jos Verstappen, ndr) era ancora in Formula 1. Ricordo che vidi una sorta di mini abitacolo di simulazione.”
“Cercavo di entrarci dentro, ma naturalmente ero troppo piccolo. Così trovarono un modo per farmi guidare comunque: mi sistemarono con dei cuscini, io sterzavo e qualcun altro controllava i pedali.”
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